domenica 11 dicembre 2011

Un nuovo gioiello dalla Val Trebbia

di Andrea Grignaffini
Una piccola giovane azienda vitivinicola si affaccia sul mercato con vini naturali di ottima stoffa. Non poteva essere altrimenti dacché al timone c’è Giulio Armani, celeberrimo enologo della «Stoppa» e da sempre uno dei guru di questo segmento di mercato sempre più importante nel mercato del vino italiano. Siamo sulle colline dell’alta Val Trebbia, in località Travo in provincia di Piacenza, territorio particolarmente vocato alla produzione di vini bianchi. L’azienda Denavolo nasce nel 2005 con l’acquisizione di piccole parcelle di vigne esposte a Sud a un’altitudine di 400/500 m s.l.m. sul Monte Dinavolo, su un terreno con molto calcare sciolto ricco di scheletro. Le vigne impiantate sono tutte quelle a bacca bianca, tipiche di questa zona: malvasia di Candia aromatica, marsanne, ortrugo, trebbiano romagnolo e altre «minori» autoctone dei Colli Piacentini. La lavorazione in cantina prevede, da tradizione enoica di Giulio Armani, in primis una lunghissima macerazione sulle bucce. Anche in questo caso non potrebbe essere diversamente visto che proprio lui ha inventato uno dei bianchi più paradigmatici della nostra penisola: l’Ageno (appunto della Stoppa). Vanno da sé anche la fermentazione spontanea, con l’utilizzo di lieviti propri delle uve, l’assenza di solfiti e filtrazione. Ecco allora la nascita di vini con «impronta zerga» (per dirla alla Veronelli) ma straordinariamente dinamici, istintivi, rustici. Ed eccoci a presentare il Dinavolo 2008, un vino in divenire, dinamico, tannico con un’acidità in bella evidenza, dai profumi iodati, salmastri, freschi di frutti a polpa bianca e con finale terso (D). Semplice, accattivante poi, come si può arguire dal nome, il Dinavolino 2010: minerale, sapido e asciutto (C ).



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